La salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro racchiudono ogni giorno di più principi e valori fondamentali per il corretto operato di una azienda, soprattutto in questi delicati tempi di Covid-19. Il decreto legislativo 81 del 9 aprile 2008 e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali hanno più volte ribadito che la salute dei lavoratori viene prima dell’interesse economico. Una assioma di cui stanno prendendo consapevolezza sempre più imprenditori che spesso si rivolgono ad enti di formazione, come Menti Pratiche, per imparare a conoscere e valorizzare un comparto, quello della sicurezza sul lavoro appunto, ricco di tecnicismi e obblighi normativi, ma che non è solo semplice e passiva applicazione della legge. Anzi. Di questo tema, che implica aspetti sociali, etici e culturali, ne abbiamo parlato con la dottoressa Francesca Romana Benedetti, da tanti anni in Menti Pratiche prima in qualità di Formatore Consulente e poi successivamente anche Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP).
Francesca, tu ti occupi di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. In particolare, quali concetti e quali principi cerci di spingere quando fa formazione aziendale?
“Senza dubbio, il primo concetto da tessere è la cultura della sicurezza, seguendo chiaramente il normato che definirei la nostra “stoffa”. Noi siamo come sarti che ritagliano tutto questo su misura in base all’azienda che abbiamo davanti, garantendo una azione che sia rispetti tutti gli obblighi di legge, sia si ispiri a principi etico-morali atti a infondere il concetto della sicurezza, e quindi benessere, a imprenditore e lavoratori. La sicurezza, infatti, non è un semplice obbligo normativo ma un concetto di responsabilizzazione, parte integrante e fondamentale della vita aziendale: un vero e proprio chakra”.
Al di là di tecnicismi e legislazione, vorremmo sapere se, a tuo giudizio, all’interno delle imprese italiana c’è cultura del sicurezza. Se ci sono elementi positivi in tal senso e cosa, invece, c’è ancora da fare.
“Attualmente la sensazione è che le aziende italiane vedano la sicurezza per lo più come un obbligo di legge, ma forse il Covid 19 ha aiutato a acquisire maggiore consapevolezza sulla complessità della questione. Al netto delle ripercussioni negative legate alla emergenza pandemica, infatti, il virus ha sensibilizzato in maniera forte le imprese sulla cultura della sicurezza e sul wellness e welfare aziendale: questo è sicuramente un elemento positivo, che auspichiamo non rimanga un fuoco di paglia, ma rappresenti l’inizio di un cambiamento culturale virtuoso. Perché la sicurezza vuol dire benessere principalmente sul luogo professionale. E lavorare in serenità e in salute, incide in maniera significativa sulla produzione. È tutta una importante catena”.
Quindi adesso è cresciuta la domanda da parte di aziende che si rivolgono ad enti di formazione come Menti Pratiche?
“Questo sicuramente. Sia per un discorso di maggior sensibilizzazione e consapevolezza, ma anche, va sottolineato, perché gli obblighi di legge in materia di sicurezza sul lavoro si sono rivelati e si stanno rivelando sempre più severi e stringenti. La mancata attuazione dei Protocolli che non assicuri adeguati livelli di protezione può determinare – ad esempio – la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza. La prosecuzione delle attività può infatti avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione. E questo porta e sta portando tantissime aziende a rivolgersi a realtà come Menti Pratiche al fine di applicare e rispettare tutte le normative di legge in materia di salute e sicurezza sul lavoro”.
La finalità fondamentale dunque è, in primo luogo, quella di prevenire?
“Guardi, la cultura della prevenzione è uno dei nostri obiettivi fondamentali, ossia formare e dare strumenti a imprenditori e lavoratori al fine di prevenire i rischi di malattie o incidenti sul luogo di lavoro. Una cultura, quella della prevenzione e della tutela della salute, che si crea in sinergia e in coscienza con datore di lavoro e dipendenti. La prevenzione infatti non è la semplice, tecnica e meccanica applicazione e rispetto delle normative vigente, ma un aspetto culturale ed etico, risultato della coesione di una molteplicità di attori aziendali, nel nostro caso: lavoratori, imprenditori e società che fanno sicurezza”.
Che opportunità offrite alle aziende in termini di corsi e sono previsti finanziamenti pubblici per incentivare le aziende ad occuparsi di sicurezza sul lavoro?
“Noi facciamo tutti quei corsi che aiutano le aziende a stare in regola in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. Formazione anche gratuita per le aziende perché finanziata da canali istituzionali e governativi specifici, tramite i cosiddetti fondi interprofessionali. Ma non solo questo. A differenza di altre realtà, infatti, noi procediamo con uno screening, un check up per costruire corsi personalizzati e su misure della singola azienda. Applicando, al contempo, principi etici importanti: per noi la salute e la sicurezza devono esprimere il concetto primario di completo stato di benessere. Dunque è importante che l’imprenditore dorma tranquillo e sereno, avendo organizzato e messo in sicurezza la sua azienda. Noi vogliamo infondere questa serenità assistendo l’impresa nella corretta implementazione tecnica e trasmettendo l’importanza di questo tipo di benessere. Un lavoro non facile, ma molto apprezzato visto i feedback positivi che arrivano dalle aziende che si affidano a noi”.