“Innovare, sviluppare, far superare i limiti sono i principi guida che ogni giorno mi regalano la gioia di incontrare il mio team e i nostri clienti, per affiancarli nel loro percorso di crescita”. Con questi valori e questi obiettivi Marco Manariti, alcuni anni fa, ha fondato “Menti Pratiche”, ente di formazione molto rinomata nell’attuale panorama aziendale. In questa intervista, il Ceo racconta in maniera chiara e approfondita il mondo della formazione e del lavoro al tempo della Covid Economy, le opportunità e le possibilità di sviluppo, delineando come le aziende hanno reagito all’impatto delle emergenza pandemica e come “Menti Pratiche” ha lavorato in questo anno e mezzo di pandemia al fine di aiutare e sostenere liberi professionisti, partita Iva e piccoli-medi imprenditori.
Dottor Manariti, stiamo passando una fase storica senza precedenti e imprevista fino a meno di un anno e mezzo fa. Quale è stata l’esperienza che avete vissuto con i vostri clienti? Come hanno reagito a questi cambiamenti?
“Diciamo che l’emergenza pandemica si sta rivelando un fenomeno storico che, soprattutto all’inizio, ha causato uno spaesamento generale, una incertezza diffusa tra le aziende italiane. Un contesto imprevisto e imprevedibile che, però, si è rivelata una “palestra” incredibile. Noi dal canto nostro, infatti, ci siamo subito attivati per stare al fianco delle imprese, dei nostri clienti. A livello interno abbiamo organizzato corsi di meditazione e riunioni costanti per “ricentrarci” e recuperare quanto più possibile lucidità. A livello esterno, invece, ci siamo immediatamente messi a disposizione delle nostre aziende, operando anche pro bono, con attività gratuite di centinaia di ore, per dare sostegno e sicurezza alle imprese, preoccupate dall’impatto devastante della pandemia Covid. Di questo sono molto contento, ho una squadra che con generosità e professionalità è stata attenta alle istanze e ai bisogni dei nostri clienti”.
E, in questo contesto, come è stata la risposta delle aziende che seguite?
“Per quello che è stato il nostro osservatorio, dopo un primo momento di incertezza e insicurezza, la risposta delle imprese è stata straordinaria. Sono dell’opinione che il tessuto produttivo italiano – composto per il 90% da piccole e medie aziende – è formato da persone di cuore, che si sono subito rimboccate le maniche per ripartire e rilanciare la propria realtà imprenditoriale. Una voglia di reazione importante, che a volte si è manifestata in maniera più impulsiva, in altri casi più lucida e strutturata ma sempre nella logica di un percorso di sviluppo e rilancio. E noi di Menti Pratiche abbiamo dato loro una mano e gli strumenti necessari per concretizzare questo obiettivo”.
Dottor Manariti, stanno arrivando una montagna di soldi dall’Europa per agevolare la ripresa del nostro paese. Prima di scendere nello specifico, lei che ha una società che insegna ad imprenditori e liberi professionisti come valorizzare strategie e investimenti, cosa consiglierebbe al governo italiano?
“Questa è una domanda a cui dovrebbero essere la politica e le istituzioni a rispondere in maniera strutturata e approfondita. Quello che posso affermare, dal mio punto di osservazione, è che a livello generale questa montagna di finanziamenti dovrà essere spesa bene… quindi, non fondi a pioggia, della serie “un poco a tutti”, perché non avrebbe un ritorno concreto, ma solamente illusorio e di breve periodo. È necessario e improcrastinabile, invece, stanziare risorse pubbliche in maniera mirata, programmata, sia nei settori e nei tessuti in crisi, sia per quelle realtà che generano indotto, generano economia. Questi fondi, insomma, devono rivelarsi moltiplicatori di economia e non somme random da distribuire a pioggia. Il consiglio più specifico che mi sentirei di dare, poi, è che ad oggi non esistono finanziamenti pubblici per la formazione, destinati al target professionale che forse ne ha più bisogno, ossia le partita iva e gli imprenditori delle piccole e medie imprese. Questi rappresentano veri e propri “self made man” che, per passione, desiderio e coraggio, iniziano a fare imprese: ebbene, se aiutati in maniera strutturata dallo Stato, potrebbero dare davvero una spinta propulsiva e prioritaria alla nostra economia”.
A proposito di questo, in quali settori specifici della formazione, a suo giudizio, si dovrebbe investire di più?
“Guardi, questi sono giorni di definizione da parte delle istituzioni in merito agli aspetti economici e sociali. L’orizzonte appare buono nel senso che fondi, come quelli del Pnrr o del Recovery fund, potrebbero essere investiti per le politiche attive del lavoro, dove chiaramente rientra anche la formazione. Si deve puntare a favorire la start up, la neo imprenditorialità e la formazione per chi già lavora. Ci auguriamo che si mantenga questa logica senza virare verso derive puramente assistenzialistiche e passive che, senza dubbio sono importanti, ma non bastano assolutamente a favorire il rilancio delle economie aziendali”.
Dottor Manariti, la lascio con una domanda a bruciapelo: a suo giudizio, la Covid economy può rappresentare un punto di non ritorno per il rilancio, la sopravvivenza o la scomparsa di una azienda?
“Spero proprio di sì. Così come la pandemia è un momento storico di cambiamento, di quelli che saranno ricordati sui libri di scuola, anche il lato economico vivrà, anzi sta vivendo, impatti importanti, una vera e propria accelerazione nel mutamento di business, della digitalizzazione e della sostenibilità ambientale. Un modello di mercato in costante cambiamento, che, come dicevo, sta facendo grande “selezione naturale”. E le aziende dovranno essere brave a farsi trovare pronte e a rinnovarsi. Noi di Menti Pratiche siamo qui pronti ad aiutarle ad affrontare questa fondamentale sfida”.