Cosa significa problem solving? Un’analisi dettagliata

Cosa si intende per problem solving | MentiPratiche
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In questo articolo parliamo di…

  • Il problem solving non è un’abilità astratta riservata ai geni, ma un processo concreto e apprendibile, fondamentale per navigare la complessità del mercato odierno. Per te, imprenditore, significa avere un metodo per trasformare ostacoli, inefficienze e crisi in opportunità di crescita e innovazione, migliorando concretamente i risultati della tua PMI. È l’arte di guardare un problema non come un muro invalicabile, ma come una porta verso una soluzione migliore.
  • Affrontare i problemi in modo strutturato, seguendo fasi precise come l’analisi approfondita, la generazione di alternative e la valutazione oculata, ti permette di evitare decisioni affrettate e costose. Significa passare da reazioni istintive a strategie ponderate, riducendo sprechi di tempo e risorse e aumentando le probabilità di successo delle tue iniziative, che si tratti di lanciare un nuovo prodotto o risolvere un conflitto interno.
  • Padroneggiare il problem solving porta benefici tangibili e misurabili alla tua azienda: maggiore efficienza operativa, riduzione dei costi legati a errori ripetuti, miglioramento del clima aziendale grazie a una gestione più efficace dei conflitti, e una spinta decisiva all’innovazione. Diventa un vantaggio competitivo determinante per attrarre talenti, soddisfare i clienti e far prosperare la tua impresa nel lungo termine.

Dietro ogni ostacolo aziendale si nasconde un’opportunità: saperla riconoscere e affrontare con metodo significa trasformare i problemi quotidiani in leve di innovazione e vantaggio competitivo

Ok, parliamoci chiaro. “Problem solving” è una di quelle espressioni che senti ovunque, dai colloqui di lavoro alle riunioni aziendali. Ma, al di là della bella espressione in lingua inglese, cosa significa davvero per te, imprenditore o manager di una PMI italiana che ogni giorno combatte sul campo?

È solo fuffa da consulenti o c’è qualcosa di concreto sotto?

Te lo dico subito: non è fuffa.

Anzi, potrebbe essere una delle competenze più preziose nel tuo arsenale. Ma per capirlo davvero, dobbiamo andare oltre la superficie, e lo facciamo con questo articolo.

Pronto a scoprire come trasformare i grattacapi quotidiani in trampolini di lancio per la tua azienda?

Partiamo dal principio.

Leggi anche: Esempi pratici di problem solving creativo: ecco perché è così potente

Cos’è il problem solving è perché non puoi farne a meno

Il problem solving, tradotto brutalmente, è “risolvere problemi“. Ma questa definizione un po’ generica, non rende l’idea, vero?

Sì, ma non voglio neanche fare la parte del maestrino o del libro di testo.

Quello che mi interessa non è usare paroloni, ma farti vedere, concretamente, cosa sia e come si possa applicare il problem solving nella tua realtà aziendale.

È un mix di mentalità, metodo e azione.

È la capacità di guardare una situazione difficile – un calo di fatturato improvviso, un cliente chiave che si lamenta, un processo produttivo che si inceppa di continuo, un conflitto tra due membri del tuo team – non come una sfortuna inevitabile o un muro invalicabile, ma come un enigma da decifrare e, soprattutto, come un’opportunità per migliorare qualcosa.

Un’abilità attiva, che ti spinge a fare domande, analizzare, creare e agire, invece di subire passivamente gli eventi.

Pensa a quante volte ti sei trovato a dover gestire un imprevisto: ecco, il problem solving è l’arte di farlo in modo efficace e, possibilmente, trasformando quella rogna in un vantaggio.

Si tratta di avere un approccio strutturato per affrontare le inevitabili sfide del fare impresa. E questa capacità di affrontare attivamente i problemi è proprio ciò che lo rende così vitale oggi.

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Perché affidarsi solo all’esperienza e all’istinto non basta più

D’accordo, hai capito che non è solo una parola alla moda. Ma forse ti stai chiedendo: “Ok, interessante, ma io ho sempre gestito i problemi alla mia maniera: un po’ a istinto, un po’ con l’esperienza. Perché dovrei cambiare adesso?“.

Bella domanda.

La risposta è semplice: il mondo intorno alla tua azienda è cambiato radicalmente.

La complessità è aumentata a dismisura, la concorrenza è più agguerrita, i clienti sono più esigenti e la trasformazione digitale sta rimescolando le carte in tavola a una velocità pazzesca.

In questo scenario, affidarsi solo all’istinto o a soluzioni “che hanno sempre funzionato” è rischioso. Potrebbe portarti a tappare un buco oggi, per ritrovarti una falla domani.

Il problem solving strutturato ti aiuta a vedere oltre il sintomo, a capire le vere cause dei problemi.

Ti permette di prendere decisioni basate su dati e analisi, non solo su sensazioni.

E i benefici?

Parliamo di cose concrete: riduzione degli sprechi (di tempo, di soldi, di materiali), aumento dell’efficienza operativa, capacità di innovare davvero (non solo a parole), miglioramento del clima aziendale (perché i problemi vengano affrontati, non nascosti sotto il tappeto) e, alla fine della fiera, un vantaggio competitivo che ti rende più solido e attrattivo sul mercato.

Ignorarlo oggi significa rischiare di rimanere indietro.

E sono sicuro che non vuoi che ti capiti. Giusto?

Allora continua a leggere.

Le fasi del problem solving: dalla definizione del problema alla soluzione

Ok, mi hai quasi convinto. Ma come si fa, in pratica? Sembra una cosa complicata…

In effetti, affrontare i problemi in modo efficace non è qualcosa da affidare al caso. Esiste un percorso logico, un processo che, se seguito, aumenta enormemente le probabilità di arrivare a una soluzione valida e duratura.

Si parte sempre da una definizione chiara e precisa del problema (spesso la parte più difficile!), si passa poi a un’analisi approfondita per scovarne le cause reali (non solo i sintomi), si dedica tempo a generare diverse possibili soluzioni alternative (la fase creativa!), si valutano queste opzioni per scegliere la più promettente e, infine, si passa all’implementazione concreta e al monitoraggio dei risultati.

Ci crediamo così tanto che abbiamo scritto una guida alle fasi del problem solving.

Avere in mente questa sequenza logica, anche senza essere dei “guru” del metodo, ti aiuta già a evitare l’approccio caotico del “tappa-il-buco-e-spera“.

Certo, non ti garantisce il successo al 100% (nel business non ci sono garanzie!), ma aumenta enormemente le tue probabilità di risolvere i problemi in modo efficace e duraturo.

Ma conoscere il processo, a volte, non basta.

Perché, spesso, ci si blocca lo stesso?

Cos'è il problem solving? | MentiPratiche

Come superare gli ostacoli mentali e pratici al problem solving efficace

Ecco il punto dolente.

Sai che dovresti analizzare, sai che dovresti cercare alternative, ma poi… ti ritrovi a fare le stesse cose di sempre o a rimandare.

Perché?

Parliamoci chiaro: esistono delle vere e proprie barriere al problem solving efficace, e riconoscerle è il primo passo per superarle.

Una delle più comuni è la paura di sbagliare. Soprattutto in azienda, l’errore è spesso visto come un fallimento personale, e questo blocca la sperimentazione e la ricerca di soluzioni nuove.

Poi ci sono i bias cognitivi, quelle scorciatoie mentali che tutti usiamo ma che possono portarci fuori strada: pensare che la prima soluzione sia sempre la migliore (bias di conferma) o farsi influenzare troppo dalle esperienze passate (“abbiamo sempre fatto così”).

Un’altra barriera, tipica del mondo imprenditoriale, è la percezione cronica della mancanza di tempo: “Non ho tempo per analizzare, devo risolvere subito!“. Questo porta a soluzioni affrettate che spesso non risolvono la causa radice.

Infine, la cultura aziendale stessa può essere un ostacolo: se non si incoraggia la trasparenza nel segnalare i problemi o la collaborazione nel cercare soluzioni, il problem solving rimane un esercizio individuale e poco efficace.

Come superare questi blocchi?

Non c’è una formula magica, ma aiuta tantissimo coltivare il giusto mindset: vedere i problemi non come seccature, ma come sfide e opportunità di apprendimento.

Incoraggiare la curiosità.

Fai in modo che chiedersi ‘E se provassimo in un altro modo?‘ diventi la normalità nella tua azienda.

Metti in conto che qualche tentativo fallirà: l’importante è trasformare ogni errore in una lezione preziosa.

Soprattutto, costruisci un ambiente di fiducia dove le persone si sentano libere di esprimere dubbi e proporre idee senza timore, sapendo che inciampare fa parte del processo per trovare la strada giusta.

Ci stai?

E per aiutarti in questo percorso, esistono degli strumenti specifici.

Leggi anche: Problem solving e soft skills: un connubio vincente

Le tecniche di problem solving più efficaci per le PMI

Ok, le fasi sono chiare. Ma come metterle in pratica senza perdersi?

Esiste una vera e propria “cassetta degli attrezzi” del problem solver, piena di tecniche che ti aiutano a navigare le diverse fasi in modo più strutturato ed efficace.

Non devi usarle tutte sempre, ma conoscerne alcune può fare davvero la differenza.

Vediamone qualcuna tra le più utili per te che guidi una PMI:

  • brainstorming: utilizzato per liberare la creatività del tuo team nella fase di generazione delle alternative. L’obiettivo è buttare fuori più idee possibili, senza pregiudizi iniziali. Si crea l’ambiente giusto perché emergano spunti che da soli non si sarebbero considerati;
  • la tecnica dei 5 Perché (5 Whys): usata per l’analisi delle cause profonde. Davanti a un problema ricorrente, ci chiediamo “Perché?” più volte, finché non arriviamo alla radice vera, smettendo di curare solo i sintomi. È semplice ma potentissimo;
  • analisi SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats): da applicare per la valutazione delle alternative o per avere una visione strategica di un problema. Ti aiuta a considerare i fattori interni ed esterni prima di prendere decisioni importanti.

Ma attenzione: conoscere gli strumenti sulla carta non basta. La vera differenza la fa saperli applicare nel contesto specifico della tua azienda e, soprattutto, integrarli in una cultura che supporti il cambiamento.

Ed è esattamente questo che facciamo in Menti Pratiche. Non ci limitiamo a “insegnare” le tecniche. Affianchiamo te e il tuo team per:

  • analizzare e ottimizzare i processi aziendali;
  • supportare la leadership con servizi di coaching;
  • costruire team più coesi, collaborativi e innovativi attraverso il team building.

Il nostro obiettivo è far crescere la tua impresa valorizzando le persone, motore di ogni successo.

Se senti che è arrivato il momento di smettere di “subire” i problemi e vuoi iniziare a usare questi approcci e strumenti per rendere la tua PMI più forte, agile e innovativa, parliamone.

Scopri come Menti Pratiche può aiutarti concretamente: contattaci adesso e vediamo insieme come applicare queste tecniche alla tua realtà e trasformare le sfide quotidiane in risultati tangibili.

Siamo qui per affiancarti in questo percorso.


Cosa significa problem solving? Domande frequenti

Cos’è davvero il problem solving e perché è importante per una PMI?

Il problem solving è la capacità di affrontare problemi in modo strutturato, analitico e creativo. Per una PMI significa trasformare ostacoli e imprevisti in opportunità di crescita. Applicare questa competenza consente di prendere decisioni migliori, ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza operativa. Non è solo una teoria: è un metodo concreto per ottenere risultati tangibili nel contesto aziendale.

Perché spesso ci si blocca nel risolvere i problemi in azienda?

Molti si bloccano per paura di sbagliare, mancanza di tempo o cultura aziendale che non incoraggia la sperimentazione. I bias cognitivi, come pensare che la prima soluzione sia la migliore, limitano la creatività. Anche l’abitudine a soluzioni istintive può frenare l’adozione di metodi più efficaci. Riconoscere questi ostacoli è il primo passo per superarli e sbloccare un problem solving davvero efficace.

Quali sono alcune tecniche pratiche di problem solving per imprenditori?

Tra le tecniche utili ci sono il brainstorming per generare idee in gruppo, la tecnica dei 5 Perché per indagare a fondo le cause di un problema, e l’analisi SWOT per valutare le alternative. Questi strumenti aiutano a evitare approcci casuali e a rendere più strutturato il processo decisionale. Applicarli in modo coerente nel proprio contesto aziendale può fare la differenza tra crisi e innovazione.

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