È ormai risaputo che le aziende debbano affrontare il processo di Digital Transformation, se ne parla ormai da tempo e c’è finalmente consapevolezza del dover affrontare questo passo.
Secondo l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) 2022, l’Italia si colloca al 18esimo posto su 27 Stati membri dell’Ue. Negli ultimi 5 anni (2017-2022), però, l’Italia ha ottenuto il progresso più rilevante tra tutti gli altri paesi, passando da 28.2 a 49.3, pur rimanendo inferiore alla media europea (52,3) e a Spagna (60,8), Francia (53,3) e Germania (52,9).
Ma, nel concreto, cosa significa Trasformazione Digitale e come si può rendere efficiente ed efficace questo passaggio?
Trasformazione digitale: cos’è e, soprattutto, cosa non è
Per trasformazione digitale si intende l’applicazione di strumenti e tecnologie digitali allo svolgimento del normale lavoro. Questo, però, non significa inserirle nel medesimo processo di lavoro; la Digital Transformation implica un ridisegno dei processi, e va di pari passo ad attività di change management, che mirano a superare le resistenze al cambiamento delle persone.
Trasformazione Digitale significa quindi ridisegnare i processi aziendali, introducendo automazione e nuovi prodotti e servizi utili allo svolgimento delle attività lavorative digitalizzate.
Il punto di partenza di una vera Trasformazione Digitale è l’analisi
Anche la trasformazione digitale parte dall’analisi, così come tantissimi altri processi e attività aziendali. Senza una valutazione iniziale dell’attuale e una chiara definizione degli obiettivi da ottenere con questo processo, si rischia di fallire.
È necessario, infatti, analizzare le tre componenti su cui si fonda questo processo, che sono: PERSONE, AZIENDA, TECNOLOGIA. L’integrazione di questi tre elementi permette di ottenere i benefici della trasformazione digitale nelle imprese. Se manca un’analisi chiara di una sola componente, il processo può essere inficiato e non tradursi in vantaggio.
Un’impresa diventa quindi “Digitale” quando usa le tecnologie, applica una mentalità digitale sia ai processi sia ai prodotti/servizi che offre, ma anche nella gestione dei team e delle persone che lavorano in diverse aree aziendali.
McKinsey, in seguito ad uno studio sulla trasformazione digitale, ha stilato un elenco di 21 “buone pratiche” per il successo di questo processo. Tra queste, vogliamo evidenziare le seguenti:
- leadership e competenze trasversali di ogni soggetto coinvolto
- cambiamento del lavoro con l’utilizzo di strumenti digitali
- comunicazione capillare e trasparente tra dipartimenti e funzioni
- utilizzo di servizi basati sul cloud, mobile internet, tecnologie web, big data, strumenti di intelligenza artificiale e altri soluzioni hi-tech e, soprattutto, la scalabilità di queste.
La cosa più importante da tenere a mente quando si inizia un processo di Trasformazione Digitale è che non si può cambiare tutto subito, occorre procedere per step, è necessario focalizzarsi in modo strategico su aree definite e poi integrare le iniziative e le attività digitali in tutta l’azienda.
Fondo Nuove Competenze: focus sulle competenze digitali
Proprio per consentire alle aziende di attuare questa trasformazione esistono tantissimi fondi pubblici a disposizione: bandi, risorse e incentivi dedicati proprio a mettere in piedi un valido processo di Trasformazione Digitale in azienda.
Di recente abbiamo lavorato con tante aziende al nuovo bando Anpal Fondo Nuove Competenze, un fondo pubblico co-finanziato dal Fondo Sociale Europeo, nato per aiutare le imprese contro gli impatti economici del Covid-19, che permette alle imprese di lavorare sulle competenze dei lavoratori, destinando parte del loro orario proprio alla formazione (queste ore vengono rimborsate proprio dal fondo gestito da Anpal).
In questa seconda edizione di Fondo Nuove Competenze, sono finanziate le attività rivolte a sostenere le imprese e i lavoratori nei cambiamenti connessi alla doppia transizione: digitale ed ecologica.
In riferimento alle competenze digitali finanziate dal bando, sono incluse:
- le skills di base, ossia le capacità per l’applicazione efficace di sistemi e dispositivi ICT da parte di ogni individuo. Coprono, genericamente l’alfabetizzazione digitale e riguardano: alfabetizzazione su informazioni e dati, comunicazione e collaborazione, creazione di contenuti digitali, sicurezza e risoluzione dei problemi.
- le skills specialistiche, ossia le capacità richieste ai professionisti che consentono di trasferire in digitale l’intero processo organizzativo dei singoli reparti di un’azienda. Vanno quindi dalla pianificazione iniziale fino alla gestione finale del cliente. Sono legate a cinque diverse dimensioni: PLAN (pianificare), BUILD (Realizzare), RUN (Operare), ENABLE (Abilitare) e MANAGE (Gestire).
Anche i Fondi pubblici mirano quindi alla trasformazione digitale delle imprese italiane. Nel percorrere questa strada bisogna tenere a mente sempre una cosa: la Digital Transformation è un viaggio, non una destinazione di arrivo. Le aziende devono essere pronte, devono sviluppare una nuova cultura orientata alla flessibilità, alla dinamicità e all’adattamento. Percorrono questa strada verso un cambiamento continuo, che non finisce mai.
Per conoscere strumenti, incentivi e opportunità per la tua azienda in merito alla Trasformazione Digitale contattaci.