“La pubblicità è l’anima del commercio”. Quante volte lo avrete letto o lo avrete sentito dire? Simil concetto vale anche e soprattutto per il vasto settore delle consulenze aziendali, dove la comunicazione, in tempi di innovazione telematica e identità digitale, è elemento fondamentale da proporre a una impresa o a un libero professionista per farsi conoscere al mondo esterno, per gridare ai cliente: “Ehi, io ci sono e offro questo servizio e questo bene. Fidatevi di me”. Insomma, la comunicazione è fondamentale per creare il proprio personal branding ed essere così maggiormente appetibile sul mercato. Del rapporto tra comunicazione e azienda ne abbiamo parlato con Fabio Rollo, consulente dell’ente di formazione Menti Pratiche per la comunicazione web e Social Media.
Fabio, come è cambiata, se è cambiata, la comunicazione: sia quella personale che aziendale?
“Negli ultimi anni si è completamente trasformata. Sia per le aziende che per chi fa personal branding è cambiato di fatto il contesto nel quale si creano, si pianificano i contenuti. E questo perché sono mutati gli strumenti di comunicazione che grazie ai social network hanno consentito di ampliare enormemente gli spazi e le modalità di rendere pubblico un contenuto. Inoltre, con una diffusione capillare e grazie all’utilizzo semplificato degli smartphone, la comunicazione è diventata molto “orizzontale”, meno dall’alto verso il basso, anzi direi quasi il contrario “Buttom Up” Interazioni, recensione, influencer costituiscono il cuore di un’esperienza di comunicazione. Si badi bene: tutto questo però non significa abbandonare quelle che sono considerate le modalità di comunicazione tradizionale e anche le pubbliche relazioni. La comunicazione, oggi, richiede l’integrazione di tutti questi strumenti all’interno di una gestione complessa”.
In tempi di rapida innovazione digitale, la Comunicazione Social per un’azienda è fondamentale. Quali i modi per “farsi” conoscere e per acquisire una identità chiara e convincente?
“Innanzitutto dobbiamo partire dall’assunto che non si può piacere a tutti, pertanto un’azienda deve focalizzare le competenze e gli investimenti su quella nicchia di persone, o mercato verticalizzato, veramente interessati ai suoi prodotti. Inoltre, gli utenti sono così sommersi da input pubblicitari che si riscontra più interesse per quei messaggi che possono comunque essere utili a qualcosa: ricevere spunti, informazioni, aggiornarsi su un determinato argomento. Ciò di cui ti sto parlando e chiamato “infotainment”, una parola che è la crasi tra Information e Entertainment, che nell’ultimo decennio è arrivato anche nella comunicazione web. Questo nuovo contesto ha fatto sì che numerose imprese iniziassero a lavorarci e prendessero consapevolezza dei cambiamenti in atto, proponendo ai propri utenti contenuti di qualità da consumare “a casa”: ad esempio, post informativi, infografiche, video di approfondimento”.
Qual è il social che consiglieresti di più, per lo sviluppo di una attività? Quali gli aspetti per privilegiare un social, piuttosto che un altro?
“Bisogna Innanzitutto comprendere qual è il nostro pubblico di riferimento e dove questo pubblico passa il proprio tempo, dove i nostri potenziali clienti o utenti scrivono e vivono il web e i social network.
Una volta appurato questo aspetto e le dinamiche relazionali del nostro pubblico potenziale, solo a questo punto capiamo bene dov’è investire e su quale social spendere le proprie risorse di comunicazione e marketing. I social però non sono soltanto realtà di veicolo del proprio messaggio “pubblicitario” ma sono diventati anche strumenti di espansione dei propri rapporti lavorativi commerciali e di rappresentanza. Da questo punto di vista LinkedIn è leader indiscusso perché ha la capacità di tenere insieme, sulla base degli interessi lavorativi, una comunità eterogenea per interessi ma molto omogenea nella modalità di utilizzo di questo social network. In realtà tutte le aziende di varie natura e, soprattutto chi esercita la libera professione, dovrebbero “presidiare” Linkedln perché, se ben utilizzato, ha una incredibile facilità di costruire rapporti professionali e potenziare così la capacità di conversione in vendita dei propri servizi”.
Cosa invece consiglierebbe di evitare per non cadere in una cattiva comunicazione?
“Di errori se ne commettono tanti. L’errore che mi viene subito in mente è quello di pensare di gestire la propria comunicazione aziendale come se fosse quella personale: pensare, ad esempio, di scrivere i propri post aziendali come se stessimo sul nostro profilo privato di Facebook è quanto più sbagliato. Sarebbe come dire che, essendo io patentato da vent’anni, allora sarei in grandi di pilotare una macchina di Formula 1. La differenza sta proprio nella capacità del professionista di comprendere al meglio cosa, come e quando comunicare. Un altro errore comune è quello di pensare che non ci debba essere un’organizzazione nei contenuti, non ci debba essere una pianificazione degli stessi, mentre invece il pubblico è estremamente abitudinario. Pertanto è fondamentale costruire un palinsesto di contenuti con una cadenza stabile. Un altro grande errore, poi, è quello di cancellare i commenti e le recensioni negative: posso capire quando risultano offensive, ma occorre sempre rispondere con educazione e sobrietà anche alle critiche, facendo emergere in questo modo grandissima professionalità e considerazione del proprio pubblico o dei propri clienti. Quest’ultimo errore attiene a ciò che è chiamato Social Media Crisis Management che consiste nella capacità di saper gestire elementi “critici” sui propri account ufficiali.
Quali sono i consigli che darebbe a un’azienda o a un libero professionista per distinguersi, a livello comunicativo?
“Mi viene da dire subito che non esiste un budget predefinito da investire in comunicazione, ma credo che tutte le realtà presenti in un determinato mercato debbano investire una piccola percentuale sulla comunicazione web e social media al fine di presidiare quegli spazi che altrimenti potrebbero essere gestiti da altri. Il consiglio è sempre quello di individuare i propri punti di forza, e al contempo comprendere come si muovono i competitor. Uniti questi punti emergono le linee guida di un’azione comunicativa efficace, efficiente e con un rapporto qualità prezzo eccellente. Occorre, poi, sapersi distinguere ed oggi l’originalità e la chiarezza nel messaggio diventano fondamentali. Come? Dobbiamo saper raccontare la verità sul proprio contesto professionale o aziendale attraverso elementi che possano attirare l’attenzione dell’utente, unendo dunque onestà intellettuale alla creatività. Se intorno a questi elementi riusciamo a costruire anche una piccola comunità, questo pubblico saprà ricompensare gli sforzi grazie ad un’altissima conversione, acquistando cioè i servizi e i beni proposti da quella azienda”.